Elio ha raccontato la propria esperienza da genitore di un figlio autistico durante il lockdown: le dichiarazioni al Corriere della Sera.
Il lockdown per la pandemia da Coronavirus è stato difficile per tutti, ma per alcuni di noi un po’ di più. Lo ha ammesso Elio. In un’intervista al Corriere della Sera, l’artista ha raccontato la sua esperienza da padre di un ragazzo autistico.
Un’esperienza difficile, che ha fatto sentire il cantautore e tanti altri genitori come lui completamente abbandonati dallo Stato e dalla società in un momento in cui avrebbero avuto bisogno di aiuto e sostegno.
Elio parla dei genitori di ragazzi autistici
Spiega nel corso della sua testimonianza a Civil Week Lab, due giorni dedicata alla solidarietà tenuta sui siti del Corriere, che chi non ha un figlio autistico non si preoccupa di chi ha l’autistmo. Ed è normale, è accaduto anche a lui prima di diventare genitore.
Ma questo può diventare un problema: “Quella sensazione di paura, di angoscia, di imprevedibilità legata al Covid, che è stata vissuta da tutti, ma che prima o poi terminerà, nel caso dell’autismo non termina mai“. Quindi, la speranza dell’artista è che dopo quest’esperienza le persone possano essere un po’ più in grado di mettersi nei panni dei genitori che hanno un figlio autistico.
Elio: chi ha un figlio autistico è stato abbandonato durante il lockdown
In questo periodo di lockdown, sono stati chiusi anche i centri diurni per disabili, e in molti casi sono state interrotte le terapie. Questo ha comportato una sensazione di abbandono nei genitori di ragazzi disabili.
Racconta il frontman delle Storie Tese: “Chiaro che chi vive in questo stato ormai si è fatto un’armatura e quindi affronta tutto. Però non c’è stata attenzione alle esigenze di chi ha un figlio autistico. E se si interrompono le terapie a casa, come è accaduto, si perde del tempo che non torna più“.
L’artista ha quindi denunciato il fatto che questo tema non coinvolge poche persone, ma tantissime, tra genitori, compagni di classe, futuri colleghi. E solo se si affronta il problema si può cercare di limitarlo, se non risolverlo.
La sua testimonianza in tal senso è importante: “Mi sono accorto di quanto miglioramenti ha fatto mio figlio con assistenza a casa tutti i giorni, nei primi anni perché sono i primi anni quelli che contano. Ma, a fronte di quelli come me che possono farlo, c’è una quantità enorme di persone che non può e vede crescere il proprio figlio con un sacco di difficoltà che poi porterà in giro e genererà difficoltà. Perciò dico che la solidarietà è utile e necessaria“.
Di seguito l’annuncio di un possibile concerto di beneficenza degli Elii: